Platypus: Il Ritorno degli Ex Falso Quodlibet
Platypus: Il Ritorno degli Ex Falso Quodlibet

Platypus: Il Ritorno degli Ex Falso Quodlibet

Se ti annoiano le chiacchiere di tre ingegneri musicisti, vai diretto all’album su spotify: https://open.spotify.com/intl-it/album/30ERoSNMef2g6JHW5VXjf3

Un Viaggio Emotivo con “Platypus”

“Platypus” non è solo un album; è una capsula del tempo, un ponte che collega passato e presente, un viaggio emozionale attraverso la storia di Ex Falso Quodlibet (EFQ). Questo album segna il rilancio di una band che ha lasciato un’impronta indelebile nella scena jazz/rock fusion di Roma all’alba del 21° secolo. Dopo un periodo di pausa, in cui i membri si sono dispersi in giro per l’Europa, gli EFQ ritorna con una ventata di creatività e una passione che trasuda da ogni nota di “Platypus”. Ogni traccia dell’album è un frammento di storie vissute, di momenti condivisi sul palco e di sessioni di registrazione spontanee, in cui abbiamo sudato sugli strumenti, trasportato bassi, chitarri, piatti Zildjian e mangiato quantità indefinite di kebab . È un viaggio nel tempo che rievoca l’energia delle performance dal vivo nei locali storici di Roma come il Classico Village, Joe’s Garage e The Indian. Ma “Platypus” è anche un’esplorazione delle emozioni: la gioia del riunirsi dopo anni di separazione e la sorpresa nel riscoprire e rivivere la propria musica. Il ricordo delle ore passate a cantare melodie jazz punk sopra query SQL. La memoria del metodo del simplesso applicato ad armonie costruite su none aumentate e ritmi anti-dispari. Per noi membri fondatori – io (Daniele Bailo), Emanuele Francioni e Damiano Mazza – che abbiamo iniziato questo percorso insieme come studenti di ingegneria informatica all’Università Roma Tre, “Platypus” rappresenta più di un semplice album. È un simbolo della nostra resilienza, della nostra capacità di rinnovarci e di rimanere connessi attraverso la musica, nonostante le distanze e gli ostacoli della vita. E ora, con l’entusiasmo di condividere questo capitolo della nostra storia con voi, vi invitiamo ad ascoltare “Platypus” e a viaggiare con noi in questo percorso musicale intriso di emozioni e ricordi.

“L’Origine di Ex Falso Quodlibet”

Nel cuore dei sobborghi meridionali di Roma, all’inizio del 21° secolo, prendeva vita Ex Falso Quodlibet (EFQ), una band che avrebbe presto lasciato il suo segno nella scena jazz/rock fusion della capitale italiana. La band, nota anche semplicemente come EFQ, era formata da me, Daniele Bailo (chitarre, voce), Emanuele Francioni (basso, voce) e Damiano Mazza (batteria), tutti studenti di ingegneria informatica all’Università Roma Tre. Questo connubio unico tra musica e tecnologia ha definito il nostro approccio creativo e ha influenzato profondamente il suono della band. I nostri primi passi come musicisti si sono svolti in alcuni dei locali più popolari dell’epoca, come il Classico Village, Joe’s Garage e The Indian. Questi luoghi non erano solo palcoscenici su cui esibirci, ma veri e propri crogioli culturali dove le nostre sperimentazioni musicali si incontravano con un pubblico variegato, appassionato, affumicato, allucinato, indottrinato dal suono dei Blink 182 e sottomesso ad una controinculcazione culturale da parte degli EFQ . Era un’epoca di esplorazione e di scoperta, dove ogni esibizione scatenava una serie di domande insolubili: quale sarà il prossimo protocollo per migliorare le performance dell’UDP-IP? Alle 2 di notte, dopo il concerto, il nostro amico Muhammed avrà quantità sufficienti di Kebab per sfamarci? Il prezzo degli immobili nella Corea del sud rimarrà stabile nelle prossime 3 settimane? Con il passare del tempo, la band si è arricchita con l’ingresso di Fabrizio Pieretti (sassofono tenore, congas, droghe) e Francesco D’Agnolo (tastiere, Rhodes, dirt cheap real estate), ampliando lo spettro sonoro e aggiungendo nuove frequenze e sfumature al nostro stile. Erano giorni di effervescente creatività, di lunghe sessioni di prove dove si mescolavano jazz, rock, punk e un pizzico di follia. Le nostre performance erano cariche di energia, riflettevano il nostro spirito libero e la nostra incessante voglia di sperimentare.

“Una Stop and Go… durato 20 anni”

Il cammino di Ex Falso Quodlibet, nonostante la sua traiettoria ascendente e ricca di promesse, subì una brusca pausa quando la vita ci portò in direzioni inaspettate. Dopo una serie di esibizioni memorabili e la creazione di un repertorio unico e distintivo, ci trovammo ad affrontare una svolta cruciale. Damiano Mazza e, poco dopo, Emanuele Francioni lasciarono l’Italia per opportunità lavorative in Europa. Questa dispersione geografica pose fine all’attività musicale della band così come la conoscevamo, lasciando dietro di sé un vuoto creativo e una miriade di brani inediti. Tuttavia, il destino aveva in serbo per noi un altro capitolo. La svolta arrivò nel 2011, in occasione del matrimonio di Mazza. Quel giorno, io, Francioni e Mazza ci ritrovammo insieme per la prima volta dopo anni. Tra i festeggiamenti e i ricordi condivisi, scaturì un’energia rinnovata e la realizzazione che la musica di EFQ non aveva ancora detto tutto ciò che aveva da dire. Fu in quel momento che decidemmo di riportare in vita Ex Falso Quodlibet, non più limitati dalla prossimità geografica, ma come una band a distanza, con i membri sparsi tra Roma, Amsterdam e Parigi.
Gli EFQ dopo una memorabile esibizione a Parigi. Città col capodanno più silenzioso del mondo
Questa decisione aprì una nuova era per noi. Sfidando le difficoltà logistiche, ci siamo dedicati a ricreare e registrare il nostro vecchio repertorio, riscoprendo brani dimenticati e creandone di nuovi. La distanza fisica fu colmata dalla tecnologia e dalla nostra immutata passione condivisa. La nostra musica, una volta confinata ai locali di Roma, ora si estendeva oltre i confini nazionali, arricchita dalle diverse esperienze e influenze culturali che ognuno di noi aveva acquisito nel corso degli anni. Ad esempio il kebab ad amsterdam lo fanno con più cumino.

“Arriva l’Ornitorinco (Platypus)”

La genesi di “Platypus”, il nostro album tanto atteso, è una storia di creatività spontanea, riunioni occasionali e una profonda dedizione alla musica patchwork. La musica patchwork ha caratterizzato la produzione artistica degli EFQ sin dall’inizio. Ognuno di noi aveva infatti una sorta di logorroica creatività che ci portava a produrre melodie, suoni, ritmi e giri di accordi sui singoli strumenti, ma trovare una sintesi ci poneva spesso di fronte ad una terribile scelta: cosa tenere? Cosa tagliare? Come rendere il pezzo una storia lineare? Dopo le illusioni dei primi tempi fu chiaro che la sintesi era impossibile. DOVEVAMO TENERE TUTTO. Da questo approccio prende anche vita il nome dell’album “Platypus” (“Ornitorinco” in italiano): una metafora della varietà sonora e armonica e ritmica che con sapienza e fatica tiene assime il punk col jazz e la musica caraibica in un singolo album (a volte in un singolo pezzo). Nel decennio successivo al nostro ritorno, ci siamo incontrati ogni volta che ciò era possibile, sebbene queste occasioni fossero piuttosto rare. In questi incontri, abbiamo riversato tutto il nostro entusiasmo e la nostra creatività nel ricreare e registrare i brani che avevamo composto e suonato dal vivo negli anni 2000-2002, oltre a scrivere nuovi pezzi sul momento. Il processo di registrazione di “Platypus” è avvenuto in luoghi altrettanto unici e significativi quanto la musica stessa. Alcune sessioni si sono svolte nella casa sul lago di Campotosto di Francioni, un rifugio tranquillo che ha offerto l’ambiente perfetto per la nostra rinascita musicale. Altre registrazioni hanno avuto luogo a casa mia a Roma, dove ogni angolo risuonava delle nostre melodie. Abbiamo anche utilizzato studi professionali ad Amsterdam e nella campagna olandese, luoghi che hanno aggiunto una nuova dimensione bucolica, umida e professionale alla nostra musica. Questo periodo ha visto anche l’arrivo di nuovi membri che hanno arricchito ulteriormente il suono di EFQ: Mauro Di Bella (Chitarra, guida spirituale), Emanuele Greco (tromba, intrusioni) e il ritorno di un vecchio conoscente, Francesco D’Agnolo. Anche alcune registrazioni passate, come due “studio bootlegs” del 2002, sono state recuperate e incluse nell’album, aggiungendo un tocco di storia e autenticità. “Platypus” rappresenta quindi non solo il frutto del nostro lavoro collettivo, ma anche un mosaico di luoghi, momenti e persone che hanno attraversato la nostra vita musicale. Ogni traccia dell’album è intrisa di ricordi, di passioni, di odori di cibi esotici (il cumino soprattutto), di patchwork transgenici che spaziano dalla musica dance alla indie-classic passando per il punk jazz.

“Tanti pezzi, tanti significati”

“Platypus” è più di una semplice collezione di brani; è un diario musicale che racconta gli Ex Falso Quodlibet. Ogni traccia dell’album racchiude un pezzo della nostra anima e del nostro viaggio come artisti.
    1. Soundcheck: Inizia come un’esplorazione giocosa, quasi un riscaldamento, ma si trasforma rapidamente in una dichiarazione d’intenti, riflettendo il nostro ritorno alla scena musicale.
    1. Love in the Time of Metaverse: Questa traccia è una meditazione su come la tecnologia e la realtà virtuale influenzano le relazioni umane, un tema tanto attuale quanto nostalgico.
    1. Tecnasma d’Amore: Una fusione di suoni che esplora il confine tra tecnologia e emozione, un viaggio tra i ricordi del passato e le possibilità del futuro.
    1. Sprite Spelonca: Un brano che gioca con contrasti musicali, evocando immagini di luoghi nascosti e misteriosi.
    1. Aria Sana: Un pezzo che respira tranquillità e pace, una pausa riflessiva nell’album.
    1. UDP/IP: Un omaggio alla nostra formazione in ingegneria informatica, che miscela ritmi complessi con elementi di elettronica.
    1. Voyage: Un viaggio sonoro che rappresenta il nostro percorso come band, pieno di scoperte e sorprese.
    1. Missing Gangsters: Questa traccia riporta ricordi di vecchi amici e tempi andati, un sentimento di nostalgia e cameratismo.
    1. Tune Whan: Un brano che cattura l’essenza del nostro spirito improvvisativo, una celebrazione della creatività spontanea.
    1. Sunglasses: Chiude l’album con uno stile disinvolto e sicuro, un simbolo del nostro approccio alla vita e alla musica.
Il titolo “Platypus” è una metafora della nostra band e della sua musica. Come l’ornitorinco, un animale unico che sfida le categorie tradizionali, la nostra musica è un ibrido di generi, influenze e stili. Il platypus rappresenta l’atipicità, la diversità, e la capacità di adattarsi e prosperare in ambienti diversi. Questo simbolismo riflette perfettamente la nostra storia: una band che ha attraversato cambiamenti, sfide e distanze, riuscendo sempre a mantenere la propria identità distintiva e a evolversi in modi inaspettati.

“Ascoltare Platypus”

Ora che avete viaggiato con noi attraverso la storia di Ex Falso Quodlibet e le profondità di “Platypus”, vi invitiamo ad immergervi completamente nell’esperienza di ascolto dell’album. “Platypus” è un album da ascoltare con calma; richiede attenzione e tempo per essere apprezzato appieno, proprio come un vecchio whiskey di qualità (o un kebab da 500g). L’album è disponibile su Spotify e presto su youtube

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