Nessun genitore deve volere il meglio per suo figlio
Nessun genitore deve volere il meglio per suo figlio

Nessun genitore deve volere il meglio per suo figlio

”…e sai perchè? Perché non lo sa. Un genitore non sa cos’è il meglio per suo figlio. Non lo può sapere, come potrebbe? E’ Dio? Legge nella sfera di cristallo? No, è solo un genitore. E allora dovrebbe starsene a guardare e basta, in silenzio e con grande calma”.

Rubo queste poche righe, tra le più essenziali, a Paola Mastrocola, dal suo ”Non so niente di te” del 2013.

Non sono le prime, però. Vengono dopo le pecore. O meglio, dopo l’evento delle pecore, le pecore dentro l’università. Durante una conferenza di economia in cui veniva illustrata una rivoluzionaria teoria, un modello economico nuovo, geniale, brillante.Le pecore portate da uno dei relatori, il nostro protagonista, il personaggio che proclama le parole con cui inizia questo articolo.

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No, non mi sono fanno una canna: davvero tutto ciò viene raccontato in ”Non so niente di te”, che alla fine non è un libro. E’ una bomba. Mischiando eventi improbabili con una giusta dose di anteprime su quanto deve ancora accadere e con un tema attualissimo – le aspettative dei genitori sui figli – Paola Mastrocola sforna un libro di quelli che non leggevo da tempo.

Riflettendo su quello che volevo scrivere a riguardo di questo testo, pensavo di metterne in luce tutta la profondità tentando di dimostrare come fosse un pezzo di letteratura contemporanea (dei giorni nostri, intendo), come abbia tutte le carte in tavola per entrare nell’olimpo dei testi immortali, magari citando A. Spadaro per il quale un testo letterario deve confrontarsi con le tensioni radicali di una vita umana, ci deve svelare noi stessi.

Per fortuna, per mia grande fortuna (o sfortuna, Dio solo lo sa) non ho fatto lettere quindi posso lasciar perdere qualsiasi velleità da critico letterario e dire semplicemente quello che penso: ”Non so niente di te” riesce a suscitare pensieri, sentimenti, riflessioni sulla propria vita e, allo stesso tempo, desiderio di andare a fondo.

La Mastrocola giochicchia con le parole, le espressioni, riuscendo a mettere in risonanza con dialoghi tutto sommato semplici alcune dinamiche interne che io e tutti quanti – ne sono sicuro – ci portiamo dentro.
Roba del tipo: ma faccio quello che faccio perché lo voglio o per accontentare qualcuno? Mi sono sono scelto la mia strada? Ma la dovevo davvero scegliere? Ma cosa volevano i miei genitori da me? Cosa voglio dai miei figli?

Ecco, tira fuori temi grossi, temi importanti, temi da ricerca vocazionale, da riflessione profonda… ma con un umorismo, una fantasia, una leggerezza fantastici.
Quando si legge questo libro si sta sereni. Si vola. Si sorride. E magari si fanno pure le tre di notte per finirlo.

”Forse è proprio questo, papà. Dovreste essere curiosi, molto curiosi dei vostri figli. Morire dalla curiosità di vedere come diavolo andrà a finire. Invece siete sempre così scontenti, così incontentabili. Sembra che conosciate già tutto. Non vi lasciate sorprendere. Peccato. Vi private di una grande felicità”.

Il protagonista è un universitario che studia economia, e che si sente soffocato dal sistema. Perché questa follia delle pubblicazioni a catena per farsi conoscere e riempire il curriculum? Perché le chiacchiere accademiche al solo fine di mettersi in mostra ed aumentare il prestigio? Concorre tutto ciò alla costruzione della verità, di una scienza sana che magari ci eviterà qualche devastante crisi economica?
Nel racconto tutte queste contraddizioni escono fuori, e spingono Filippo – il protagonista – a scelte estreme ma normali, con personaggi come la zia che fanno apparentemente da sfondo, ma che in realtà hanno influito enormemente con la loro presenza su Filippo.

La Mastrocola riesce ad amalgamare bene tanti ingredienti, ha una bella prosa, e dipinge personaggi che sono vicini a noi. Anzi, forse siamo proprio noi.
Ora tutto sta a capire se siamo tra i buoni o fra i cattivi. Ma il bello è proprio qui: in ”Non so niente di te” non ci sono buoni o cattivi.
Esistono solo splendidi, fantastici, normalissimi esseri umani.

Straconsigliato a tutti coloro che:

  1. sono figli
  2. hanno figli
  3. stanno per finire l’università
  4. devono decidere cosa fare nella propria vita
  5. hanno deciso cosa fare nella propria vita, ma non sono sicuri
  6. vogliono fare i pastori
  7. vogliono studiare economia
  8. vogliono sposare (hanno sposato) una svedese o norvegese

 

 

header image Di 4028mdk09 (Opera propria) [CC BY-SA 3.0], attraverso Wikimedia Commons

Un commento

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