GarageBand: brani professionali in 20 minuti
GarageBand: brani professionali in 20 minuti

GarageBand: brani professionali in 20 minuti

La verità è che il vero titolo di questo post dovrebbe essere:

GarageBand: la morte della musica…

Però, sai, uno non vuole essere pessimista, vuole vedere positivo… e allora eccoci qui. A scoprire come un ammasso non casuale di bit interpretati da una macchina (quelli che compongono il codice del programma GarageBand) possa rivoluzionare la maniera di fare musica.

GarageBand, per chi non lo sapesse, è un programma dato di default col mac (non Donald’s. Il computer, dico), che permette di effettuare registrazioni multitraccia. Vale a dire registrare strumenti diversi uno alla volta e poi di risentirli assieme.
Insomma simulare una band, se così si può dire.

HT2510_2--002-enNon è professionale, ma fa il suo sporco lavoro. Ha tutto quello che serve per registrare, qualche simpatico effetto (distorsioni, riverberi, ecc…).
Ma va bene, non sono qui per descrivere GarageBand. Trovate tante informazioni sul nuovo santo del nostro tempo, Google ( 🙂 ), oppure potete accontentarvi di quanto dice la Apple:

GarageBand trasforma il tuo iPad, iPhone o iPod touch in una raccolta di strumenti Touch e in uno studio di registrazione completo, così puoi fare musica dove vuoi.

Ci sono inoltre innumerevoli tutorial, anche con video esplicativi (questo mi pare carino)

Tuttavia qui il punto è un altro.

Il punto è la simpatica canzoncina che trovate allegata a questo post. Un motivetto funky  composto una di queste sere, in un momento di relax in cui mi sono detto “ma vediamo cosa può fare questo GarageBand”….

E quindi mi metto a smanettare, scopro che insieme al programma vengono forniti vari loop (pezzettini di brani suonati da un singolo strumento che possono essere suonati in maniera ripetitiva, in “loop”, come ad esempio un giro di accordi o una ritmica con la batteria). Per essere suoni “regalati” di default con il programma non sono per niente male, e quindi prova questo, prova quell’altro, incolla qui, incolla là, eccoti che esce fuori un brano.

Bello, no?

E invece no! La situazione è gravissima!

Ok, ok, sto per fare un po’ di polemica, ma fondata.

Il fatto che per fare un pezzo carino ed orecchiabile bastino un computer, un sequencer tipo garageband e – questo sì mi lascia basito – 20 minuti può essere una buona notizia oppure drammatica.
Alcuni interrogativi mi portano a pensare che si rischia sempre di più di produrre “prodotti” musicali, o peggio, “spazzatura” musicale.

Infatti dov’è l’ispirazione?
Dov’è l’idea musicale, la scelta delle varie possibilità armoniche, la fatica nel capire come organizzare le varie parti del brano?

Non spariscono, ma vengono sostituite da meccanismi di prova / errore in cui si aggiunge materiale musicale al brano, si vede se ci sta bene, poi si cancella e così via. Prove, cancellazioni, aggiunta di tracce, applicazione di effetti…

La musica elettronica fatta bene è tutto un altro discorso, ovviamente.
Ma quattro click per fare un brano che potrebbe essere usato tranquillamente per un videogioco mangiacervello mi esaltano e mi preoccupano allo stesso tempo.

Ancora alcune domande rimangono senza risposta:

  • musicalmente parlando, qui si progredisce o si torna indietro?
  • i brani composti con i loop sono musica o fuffa?
  • siamo ad una rivoluzione musicale o ad una involuzione musicale?
  • e soprattutto…. GarageBand devo cancellarlo dal computer?

Oggi mi fermo alle domande.

Le risposte le lascio a voi… e ad un prossimo post (maybe… tanto per rimanere ad un certo non-livello musicale).

 

 

 

0 commenti

  1. Emanuele

    Allora punto primo io avevo cercato su Sono Fortunato di Google “Big Mac con Band-Aid” e mi ha dirottato qui… E mi trovo a sorbirmi una polemica radical chic sulla Musica… Io che sono un Sovranista Sottopanchista Capracampista… Menomale che ero fortunato-di-Google…
    Cmq visto che ci sono (ma alle volte ci faccio) allora con voce stentorea gladiatoria “Scateno l’inferno! “.
    Tu bloggista, sei già addentro alla Musica, la conosci in ogni anfratto (Anfratti si vede dai video raffinati che posti). Io invece chenneso? A me piace farmi i filmetti mentre mi sbrodolo la zuppa nelle tasche dei pantaloni. Una musichetta loop ci andrebbe benissimo, soprattutto se mi ci vogliono 20 min. Poi chissà, prova oggi, prova domani, magari mi viene voglia di diventare come te ed imparare meglio la Musica. Insomma il tool (perdona il francesismo), magari avvicina più persone alla musica. Ecco che arricci il naso… E che la Musica è tua? E poi a me de anna’ a Icchesefattor nun me ne po’ po’ frega’ de meno. È come dire che giochi a calcio solo col pallone di cuoio… Io so’ cresciuto col super tele, non sarò diventato Totti però ha contribuito ad avvicinarmi allo sport. Secondo me il fattore di successo nella Musica è l’idea, l’innovazione, la capacità di catturare le emozioni del pubblico. Se la tecnologia può aiutare a rendere le cose più semplici, perché no? Casomai mi chiederei perché Apple propone un software così gratis… Magari lo usa come brainstorming degli user (scusa il germanismo) per trovare nuovi motivetto accattivanti? Insomma per me il bicchiere è mezzo pieno… Mo’ me lo dici dove si prende qui il Big Mac col Band-Aid? Grazie

  2. Carissimo, eccellentissimo, gaudium et spes.
    Ma figurati, io sono favorevole alla cultura pop, e il radical chich lo faccio solo part time, anche sottopagato (e comunque in nero che manco il cashback riesco ad avere). Mi piacciono i Green Day (punk popolare), mi piace Allevi (odiato dai classicisti e dalla coldiretti che usa solo mucche bio), mi intriga Billie Eilish (anche senza body shaming) e non disdegno Peppino di Capri (ma quest’ultimo solo in sostituzione del guttalax quando esaurisco le scorte).
    Amo Alex Britti, qualcosa del Volo, il mio vicino di casa che suona il sax e fa scappare i ratti, e sostengo tutti coloro che si avvicinano alla musica tramite ogni strumento, lecito, illecito, alle soglie della legalità, oppure prestato, rubato, regalato (tipo il mio amico C. che si è comprato una chitarra su Amazon a 43 euro con tracolla, plettro, custodia e muta di corde. Ho speso di più ieri a S. Paolo per due kebab con la peroni).
    Il problema non sei tu che utilizzi Garage Band per fare la cover in Tedesco con accento Fiammingo di mazzabubù cantata da Gabriella Ferri, e con i coretti alla Pino Daniele, che per farti uscire quella voce bianca devi utilizzare i plugin di pitch shifting.

    Per te che sei un CEO, Gargeband è la panacea del tuo gineceo.

    Il problema è il pischello del piano di sotto che dopo che gli anno regalato il mac coi soldi della pensione di invalidità della nonna, si chiude in una stanza, fa un pezzo trap che parla di droga-soldi-gnocca (tutti argomenti per altro rispettabilissimi) usando sample fatti da altri e buttati sulla timeline di garageband un po’ a caso (in realtà dipende dal funzionamento del mouse. Siccome la palletta è grassa e non va bene in basso, mette i sample di drumkit sovrapposti creando un’atmosfera straniante tipica di chi mescola “le tambour du bronx” con Dave Holland che suona “take the A-train”), e che siccome è stonato usa vocoder e pitch correction a palla, e fa la release di un singolo con la foto di copertina di lui che tortura un cane con le pinze da giardino (ma per non incorrere in sanzione delle squadre filocinofile usa un peluche), ed è convinto che tra lui e Beethoven ci sia una grande differenza: Beethoven è una pippa antidiluviana, mentre lui è il genio del 2021.
    C’è un video che ho trovato senza google-mi-sento-fortunato (ma stavo comunque mangiando un big-mac in multitasking con garage-band), questo qui: https://www.facebook.com/photo?fbid=10221409256893816&set=a.1336331941310 .
    Ti spiega come si fa a diventare musicisti professionisti senza anni di sforzo, fatica, studi di composizione etc.
    Bello.
    Magari un giorno lo provo.
    Un giorno che non piove tanto – e che dopo essermi ingorgato di Bic Mac porto la soglia della coscienza al livello del polpo che ho pescato a 13 anni a S. Marinella dopo che il pertinace e brutale vicino di ombrellone lo aveva sbattuto sullo scoglio – quel giorno magari mi riguardo il video e mi convinco anche io che siccome ho usato garage band ed ho fatto un pezzo ascoltabile sono pronto a vendere milioni di copie su Spotify.
    Che invece magari eravamo più bravi quando in gita del quinto a Madrid ci eravamo mesi a fare un giro di accordi loopando all’infinito tra MI e FA, cantando l’elenco telefonico perché non conoscevamo manco una parola di Spagnolo.
    Vojo dì.
    Entiendes?

  3. Fabrizio

    Buongiorno, mi permetto di dire due cose semplici, semplici e da musicista:
    1. Ad ognuno il suo.
    2. Musicisti professionali e non, niente paura. La tecnologia (lo strumento) non toglie mai…aggiunge. Solo noi esseri umani abbiamo questo potere. La cultura non potrà mai diventare un bit.
    Grazie e buona musica.

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